SENOFANE

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Senofane nacque a Collofane e fu contemporaneo di Pitagora : pure lui dovette fuggire dalla patria e scrisse in ionico , ma non in prosa , allontanandosi così da Anassimandro che aveva introdotto con il suo "perì fuseos" la prosa . Senofane visse molto a lungo (pare che si avvicinò ai 100 anni) e passò la sua vita girando qua e là . Egli scriveva usando un metro simile a quello omerico e pur usando il metro è un filosofo a tutti gli effetti : il fatto che un filosofo si serva del metro è riconducibile al suo spirito divulgativo : voleva far conoscere i suoi scritti al maggior numero di persone . Egli affronta diversi argomenti tra i quali spicca la dura critica rivolta ai poeti per il loro modo di concepire la divinità . Senofane voleva riformare il concetto di divinità rendendolo più puro e questo suo atteggiamento gli valse l'appellativo di "illuminista" . Pur usando un verso simile a quello omerico , egli critica aspramente i poeti ed in particolare Omero ed Esiodo . Senofane scrive così : " Omero ed Esiodo hanno attribuito agli dei tutto quanto presso gli uomini è oggetto di onta e di biasimo : rubare , fare adulterio e ingannarsi reciprocamente " . Secondo Senofane i 2 aspetti negativi erano 1) (di natura più etica) : se il divino deve rappresentare la perfezione ed il modello per gli umani , si deve rifiutare che gli dei abbiano caratteristiche riprovevoli perfino per gli uomini 2) (di natura più ampia) : vi è una condanna dell'antropomorfismo : gli dei erano comunemente rappresentati simili agli uomini e questo era un grande gesto di presunzione del genere umano che Senofane non era disposto ad accettare . Questa sua critica emerge tutta in queste parole : " Ma i mortali sono convinti che gli dei siano nati e che abbiano abito a linguaggio e aspetto come loro " . Anche qui troviamo una forte critica nei confronti di Omero (quando dice "che abbiano abito linguaggio e aspetto..." ) e di Esiodo (quando dice "siano nati..." : Esiodo era infatti l'autore della teogonia) . Senofane critica con l'esperimento mentale : un esperimento consiste nell'effettuare un'esperienza artificiale e voluta ; un esperimento mentale invece non lo si effettua concretamente , ma tuttavia lo si può immaginare :" Ma se i buoi (ed i cavalli ) e i leoni avessero mani e potessero con le loro mani disegnare e fare ciò che gli uomini sanno fare , i cavalli disegnerebbero figure di dei simili ai cavalli e i buoi simili ai buoi , e farebbero corpi foggiati così come ciascuno di loro è foggiato " ; da questo esperimento mentale emerge innanzi tutto l'importanza della mano , che è l'elemento che divide il mondo animale da quello umano : essa permette all'uomo di stabilire rapporti complessi con la realtà . Senofane poi sostiene che ci sia una tendenza sbagliata : quella di crearsi gli dei a propria immagine e somiglianza . Questa critica emerge anche qui : " Gli Etiopi dicono che i loro dei sono camusi e neri , i Traci che sono cerulei di occhi e rossi di capelli" . E' per Senofane sbagliatissimo crearsi gli dei a sè simili ! Questa è la "pars distruens " di Senofane : egli smonta qui le tesi già esistenti a riguardo delle divinità per presentarne altre totalmente rinnovate . Vi è poi una parte che risulta particolarmente difficile da comprendere : " Uno , dio , tra gli dei e tra gli uomini il più grande , nè per aspetto simile ai mortali , nè per intelligenza ": pare quasi che Senofane sia monoteista (parla di un dio solo) , poi vi è la contrapposizione tra un dio e altri . Nel nostro mondo la contrapposizione tra monoteismo e politeismo è forte , ma all'epoca doveva essere più attenuata : vi era una proliferazione di dei e solo le persone di maggior spicco culturale erano monoteiste (il concetto è un pò simile a quello nostro della proliferazione dei santi) . L'idea predominante nel mondo greco è quella di ritenere il divino come unica realtà ("tò theiòn") anche se le divinità sono tante . Va però fatta per Senofane un'osservazione : l'espressione "tra gli dei e tra gli uomini" poteva benissimo essere formulare , un modo di dire di allora per sottolineare la potenza del dio : quindi l'espressione "tra gli dei" non è usata in senso proprio come se vi fossero davvero divinità in gioco . Giustamente Senofane è stato considerato il primo teologo , vale a dire argomentatore razionle del divino . Vi è anche un accenno alla " teologia negativa " : partendo dall'impossibilità di rappresentare la divinità con pezzi di realtà , al posto di dire ciò che la divinità è , si dice ciò che non è . Senofane dice poi : " Sempre nell'identico luogo permane senza muoversi per nulla , nè gli si addice recarsi or qui , or là " : gli dei omerici dovevano scendere dall'Olimpo per interagire nel mondo e dovevano quindi spostarsi fisicamente : Senofane non accetta questo , e afferma che la divinità sia immobile , ma ciononostante può muovere tutto (" Ma senza fatica con la forza del pensiero tutto scuote") . Senofane dice poi , in riferimento alla divinità , : " Tutto intero vede , tutto intero pensa , tutto intero ode " : dato che non si può , come detto , rappresentare la divinità attribuendole caratteristiche della realtà , un buon modo di rappresentaerla per Senofane è questo : mentre in noi il vedere , il sentire etc. si realizzano un pò alla volta , in sequenza , nella divinità si realizzano tutte contemporaneamente . Così come per Alcmeone , anche per Senofane c'è distinzione tra il sapere certo degli dei e l'opinare congetturando degli uomini (" Il certo nessuno mai lo ha colto nè alcuno ci sarà che lo colga e relativamente agli dei e relativamente a tutte le cose di cui parlo . Infatti , se anche uno si trovasse per caso a dire , come meglio non si può , una cosa reale , tuttavia non la conoscerebbe . Perchè a tutti è dato solo l'opinare . "). Comunque il fatto che gli uomini possano solo opinare non ha solo connotazioni negative : significa che l'uomo applicandosi e usando bene la sua mente può conoscere . Senofane è del parere (un pò come lo siamo noi ) che l'uomo parta dal basso per raggiungere col tempo l'alto tramite i suoi sforzi : a proposito egli dice : " Non è che da principio gli dei abbiano rivelato tutte le cose ai mortali , ma col tempo essi cercando ritrovano il meglio "). Senofane oltre a rifondare il concetto di divino , lo depura dalle manifestazioni naturali : l'arcobaleno , per esempio , era visto come fenomeno divino (esso si identificava con la dea Iride ; per Senofane è solo un fenomeno naturale che non ha nulla a che fare con il divino : " Quella che chiamano Iride è anch'essa una nuvola che presenta alla vista delle colorazioni purpuree scarlatte e verdastre " .

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