LO IONE

plato

Ione viene descritto all'inizio con l'articolo premesso al suo nome ( " tòn Iona " ) , che indica personaggio noto ( come anche in Italiano , ad esempio , si dice il Manzoni , il Petrarca ... ) Tuttavia , paradossalmente , il personaggio non é noto da altre fonti . Rappresenta in modo emblematico il rapsodo e la sua professione ( come Timeo rappresenta il pitagorico ) . il rapsodo per parecchio tempo presso i Greci ebbe il ruolo di recitare le poesie e in particolare i poemi omerici . Recitavano a memoria su una specie di palco , anche con abilità di attori , con attraenti vesti e ben adornati . Dapprima accompagnarono la recitazione dei poemi con il suono della lira ; successivamente tennero in mano una verga a mò di scettro . Nelle grandi feste partecipavano a gare organizzate nelle maggiori città greche . Ebbero all'inizio molta importanza nella società greca in quanto costituirono uno strumento di comunicazione significativo nell'ambito della cultura consegnata prevalentemente all'oralità . La loro massima diffusione ebbe luogo nei secoli quinto e quarto ; ma non tardarono le critiche , col nascere e diffondersi di una cultura critica . Erano giudicati in possesso di non adeguate e poco attendibili conoscenze . Lo Ione é appunto un documento esemplare di queste critiche , che sono poi particolarmente severe in Senofonte ( Memorabili , 4 , 2 , 10 ) . Tuttavia non é il rapsodo come tale il centro focale del dialogo : Platone , partendo dal rapsodo , mira a chiarire quale sia la natura del fatto artistico e del poeta : fondamento della poesia non é la scienza , ma l'ispirazione . Il luogo e il tempo dello Ione sono lasciati indeterminati . Invece , c'è un elemento che potrebbe aiutarci a datarne la composizione in modo abbastanza preciso . Ione dice che Efeso , la sua città natale , era governata dagli Ateniesi . Ora , nel 412 a.C. Efeso era contro Atene ; nel 394 a.C. fu invece ancora sotto il dominio di Atene . Ma nel 390 a.C. tornò ad essere alleata di Sparta contro Atene . dunque , la composizione del dialogo va collocata tra il 394 e il 391 a.C. Perciò Platone dovette avere circa 35 anni quando compose lo Ione e quindi dovette già essere in pieno possesso di una ben matura concezione della poesia ( e degli interpreti dei poeti ) quale frutto di ispirazione e non di scienza , come invece é la filosofia . Sull'autenticità del dialogo non ci son più dubbi e i pregiudizi ottocenteschi sono stati definitivamente dissipati . Ione dice di saper parlare di Omero meglio di chiunque altro ; Socrate gli chiede se é esperto anche su Esiodo , ma lui dice di no . Socrate cerca di spiegargli che l'attività del rapsodo non é un'arte e chiede a Ione se non é vero che anche gli altri poeti han cantato le stesse cose di Omero ( le guerre , i rapporti tra gli uomini , etc. ) e lui dice che é vero , ma che Omero l'ha fatto in modo superiore . Ma , dice Socrate , se dice che Omero é superiore agli altri vuol dire che deve per forza conoscere anche gli altri , altrimenti come potebbe fare un paragone ? Ione riconosce che Socrate ha ragione . Socrate gli spiega poi che i poeti sono tali per divina ispirazione e non per scienza personale : é la Musa che rende " invasati " i poeti , che parla per bocca loro : la poesia é una forma di pazzia positiva . E la divina ispirazione , continua Socrate , dopo aver preso i poeti , colpisce anche i rapsodi e poi gli ascoltatori : Ione ammette che Socrate ha ragione , e anche lui dal palco vede spesso gli spettatori guardare attoniti e allibiti , quasi come se fossero fuori di sè . La divina ispirazione innesca una catena alla quale é difficile sottrarsi , ma che comunque non é poi negativa : é una sorta di pazzia positiva in fin dei conti . Ma Ione continua ad essere del parere di avere scienza e per difendersi recita a memoria qualche verso di Omero , ma Socrate gli spiega che questo non dimostra che la sua sia una scienza . Poi , riprendendo i versi appena citati da Ione ( che erano dedicati all'arte del cavalcare ) , gli chiede se a riguardo ne sa più lui che li ha recitati in modo impeccabile o un auriga ? Senz'altro un'auriga . E senz'aaltro lo stesso confronto varrebbe tra un auriga e Omero stesso , che quei versi li ha scritti : ne saprebbe sempre più l'auriga . Dunque la poesia tratta di molte cose di cui nè i poeti nè i rapsodi sono conoscitori specifici . Dunque , in buona fine , in che cosa consisterà l'arte del rapsodo , chiede Socrate ? Riguarda ciò che é conveniente dire , risponde Ione , quali ad un servo , quali ad un uomo libero , quali ad uno che comanda , quali ad uno che é comandato . Ma ciò che va detto a un comandato lo sa meglio il rapsodo o il condottiero ? E ciò che va detto ad un servo lo sa meglio il rapsodo o il padrone ? Dunque un buon rapsodo sarebbe anche un buon condottiero ? Ione non può far altro che ammettere la propria disfatta e dar ragione a Socrate , che conclude il dialogo dicendo : " Sii lodatore di Omero come un uomo divino e non come uno che ha l'arte " .

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