Gli uomini,non avendo potuto guarire la morte,la miseria,l'ignoranza,hanno risolto,per vivere felici,di non pensarci. ( Pensieri , n° 348 )
Su
Blaise Pascal lavoro' sulle sezioni coniche e produsse importanti teoremi in geometria proiettiva. In una corrispondenza con Fermat egli getto' le fondamenta alla teoria delle probabilita'. Nacque a Clermont-Ferrand nel 1623 .
Blaise Pascal era il terzo dei figli di Etienne Pascal ed il solo maschio. La madre mori' quando egli aveva solo tre anni. Nel 1632 la famiglia Pascal, Etienne ed i suoi quattro bambini parti' da Clermont e si stabili' a Parigi. Il padre di Blaise Pascal aveva delle vedute poco ortodosse nei riguardi dell'educazione e decise di dare lezioni egli stesso al figlio. Etienne Pascal decise che Blaise non doveva studiare la matematica prima dell'eta' di 15 anni e che tutti i testi di matematica dovevano essere rimossi dalla casa. Blaise però, con curiosita' destata da cio', comincio' a lavorare sulla geometria da se', all'eta' di 12 anni. Scopri' che la somma degli angoli di un triangolo sono due angoli retti. Quando il padre scopri' cio', si rassegnò e diede a Blaise una copia di Euclide.
All'eta' di 14 anni Blaise Pascal comincio' ad accompagnare suo padre agli incontri di Mersenne. Mersenne apparteneva all'ordine religioso dei Minimi, e la sua cella a Parigi era un frequente luogo d'incontro di Gassendi , Roberval, Carcavi, Auzout, Mydorge, Mylon, Desargues ed altri. Ben presto, quasi certamente all'eta' di 15 anni, Blaise comincio' ad ammirare il lavoro di Desargues. A 16 anni, Pascal presento' un foglio a uno degli incontri di Mersenne nel giugno 1639. Conteneva un certo numero di teoremi di geometria proiettiva, compreso l'esagono mistico di Pascal.
A dicembre 1639 la famiglia Pascal parti' da Parigi per vivere a Rouen dove Etienne era stato nominato esattore delle tasse per la Normandia del Nord. Subito dopo essersi stabilito a Rouen, Blaise ebbe pubblicato il suo primo lavoro, Saggio sulle sezioni coniche, nel febbraio 1640.
Pascal invento' il primo calcolatore digitale per aiutare suo padre al suo lavoro di esattore delle tasse. Ci lavoro' sopra per tre anni, tra il 1642 ed il 1645. L'apparecchio, chiamato Pascaline, somigliava ad un calcolatore meccanico del 1940. Cio' fa di Pascal, quasi certamente, la seconda persona ad inventare un calcolatore meccanico, perche' Schickard ne aveva fabbricato uno nel 1624.
Pascal ebbe dei problemi nel disegnare il calcolatore, dovuti a come era congegnata la moneta francese a quel tempo. C'erano 20 soli in una lira e 12 denari in un solo. Quel sistema rimase cosi' in Francia fino al 1799 ma in Inghilterra un sistema con multipli similari duro' fino al 1971. Pascal dovette risolvere problemi tecnici molto piu' difficili a causa di quella divisione della lira in 240 di quelli che avrebbe incontrato se la divisione fosse stata 100.
Per il 1652 cinquanta prototipi erano stati costruiti, ma poche macchine vennero vendute, ed il calcolatore aritmetico di Pascal cesso' di essere prodotto in quell'anno.
Eventi del 1646 furono molto significativi per il giovane Pascal. In quell'anno suo padre si feri' alla gamba e dovette rimettersi a casa. Due novizi di un movimento religioso appena fuori di Rouen ne presero cura. Essi ebbero una profonda influenza sul giovane Pascal ed egli divento' profondamente religioso.
A cominciare da allora Pascal comincio' una serie di esperimenti sulla pressione atmosferica. Nel 1647 aveva provato a sua soddisfazione che un vuoto esiste. Cartesio visito' Pascal il 23 Settembre. La sua visita duro' solo due giorni, ed i due dscussero sul vuoto, in cui Cartesio non credeva. Cartesio scrisse, in modo piuttosto crudele, in una lettera a Huygens dopo la sua visita che Pascal
...ha troppo vuoto in testa.
Nell'Agosto del 1648 Pascal observo' che la pressione dell'atmosfera decresce con l'altitudine e dedusse che un vuoto esiste al di sopra dell'atmosfera. Cartesio scrisse a Carcavi nel giugno 1647 sugli esperimenti di Padscal dicendo:-
Fui io due anni fa a consigliarli di farlo, perche' per quanto io non abbia fatto gli esperimenti da me, non ho alcun dubbio del loro successo ...
Nell'ottobre 1647 Pascal scrisse Nuovi esperimenti concernenti il vuoto che lo porto' a dispute con parecchi scienziati che, come Cartesio , non credevano in un vuoto.
Etienne Pascal mori' nel settembre 1651 ed in seguito Blaise scrisse ad una delle sue sorelle dando un significato profondamente cristiano alla morte in generale ed alla morte del padre in particolare. Quelle idee avrebbero poi costituito le basi per il suo futuro lavoro filosofico Pensées ( pensieri ) .
Dal maggio 1653 Pascal lavoro' sulla matematica e fisica scrivendo il Trattato sull'Equilibrio dei Liquidi (1653) in cui spiega la legge di Pascal della pressione. Adamson scrisse:- in [3]:-
Quel trattato e' uno schema completo dell'idrostatica, il primo nella storia della scienza. Contiene il suo contributo molto distinto ed importante alla teoria fisica.
Lavoro' sulle sezioni coniche e produsse importanti teoremi nella geometria proiettiva. In La Generazione di Sezioni Coniche (in gran parte completate nel marzo 1648 ma rilavorate nel 1653 e 1654) Pascal considero' le coniche generate dalla proiezione centrale di un cerchio. Questo sarebbe dovuto essere la prima parte di un trattato sulle coniche che Pascal non completo' mai. Quel lavoro e' andato perduto ma Leibniz e Tschirnhaus ne fecero delle note. Ed e' da quelle note che un quadro abbastanza completo di quel lavoro e' ora possibile.
Benche' Pascal non fu il primo a studiare il triangolo di Pascal, il suo lavoro sull'argomento nel Trattato sul Triangolo Aritmetico fu il piu' importante sull'argomento e, tramite il lavoro di Wallis, il lavoro di Pascal sui coefficienti binomiali portera' alla scoperta di Newton del teorema generale binomiale per potenze frazionali e negative.
In correspondenza con Fermat egli getto' le fondamenta per la teoria della probabilita'. Tale corrispondenza consta di cinque lettere, e venne tenuta nell'estate del 1654. Essi considerarono il problema dei dadi, gia' studiato da Cardano, ed il problema dei punti, pure considerato da Cardano e all'incirca a quel tempo da Pacioli e Tartaglia. Il problema dei dadi si chiede quante volte uno deve lanciare un paio di dadi prima di aspettarsi un doppio sei, mentre il problema dei punti si chiede come dividere la vincita se un gioco a dadi e' incompleto. Essi risolvettero il problema dei punti per una partita a due giocatori, ma non svilupparono un metodo matematico abbastanza potente per risolverlo per tre o piu' giocatori.
Per tutto il periodo di quella corrispondenza Pascal non stava bene in salute. In una delle lettere a Fermat,datata luglio 1654 egli scrisse
... benche' io sia ancora confinato a letto, debbo dirti che ieri sera mi fu consegnata la tua lettera.
Pero' nonostante i suoi problemi di salute, Pascal lavoro' intensamente a quesiti scientifici e matematici fino all'ottobre del 1654. A circa quel periodo egli perdette quasi la vita in un incidente. I cavalli che tiravano la sua carrozza si impaurirono e la carrozza rimase sospesa nel vuoto sopra la Senna. Benchè fosse stato riscosso senza ingiurie fisiche, sembra proprio che egli ne fu molto scosso psicologicamente. Non molto dopo egli ebbe un'altra esperienza religiosa ed il 23 novembre 1654 egli dedico' la sua vita alla Cristianita'.
Dopo quel periodo Pascal visito' varie volte il monastero giansenista di Port-Royal des Champs a circa 30 km a sud ovest di Parigi. Comincio' allora a pubblicare lavori anonimi su argomenti religiosi. Diciotto Lettere dalla Provincia vennero pubblicate durante il 1656 ed ai primi del 1657. Essi vennero scritti in difesa del suo amico Antoine Arnauld, un oppositore dei Gesuiti e difensore del Giansenismo, che stava subendo una causa davanti alla facolta' di teologia a Parigi per i suoi controversi lavori religiosi. Il lavoro piu' famoso di Pascal in filosofia e' Pensées , una collezione di pensieri personali sulle sofferenze umane e sulla fede in Dio. Egli lo comincio' nel tardo 1656, e continuo' a lavorarci sopra durante il 1657 ed il 1658. Quel lavoro contiene la "scommessa di Pascal" che ritiene di provare che il credere in Dio e' razionale adducendo l'argomento seguente:
Se Dio non esiste, uno non perde niente credendo in lui. Ma se Dio esiste, uno ha tutto da perdere se non ci crede.
Con la "scommessa di Pascal" egli usa argomenti probabilistici e matematici, ma la conclusione principale e' che
...noi siamo costretti a scommettere...
Il suo ultimo lavoro fu sulla cicloide, la curva tracciata da un punto sulla circonferenza di un cerchio ruotante. Nel 1658 Pascal comincio' a pensare ancora a problemi matematici, mentre era sveglio la notte incapace di dormire a causa del dolore. Applico' il calcolo di indivisibili di Cavalieri al problema dell'area di qualsiasi segmento della cicloide ed il centro di gravita' di quel segmento. Risolvette anche i problemi del volume e della superficie del solido di rivoluzione formato dalla rotazione della cicloide sull'asse x.
Pascal pubblico' le proprie soluzioni ai suoi problemi di sfida, nelle Lettere a Carcavi. Dopo quel periodo si interesso' poco della scienza e passo' i suoi ultimi anni facendo elemosina ai poveri e recandosi di chiesa in chiesa a Parigi attendendo un servizio religioso dopo un'altro.
Pascal mori' a 39 anni con grandi dolori a causa di un tumore maligno che dallo stomaco fece metastasi al cervello. Egli e' descritto come:-
... un uomo piccolino ma con una forte voce e modi un po' prepotenti.... visse la maggior parte della vita da adulto con grandi dolori. Fu sempre di cattiva salute, soffrendo anche da giovane di emicrania...
Il suo carattere e' descritto come:-
... precoce, perseverante fino alla caparbieta', un perfezionista, pugnace fino ad essere duro nei modi mentre cercava di essere umile e sottomesso...
Cosi' viene definito:-
Allo stesso tempo fisico, matematico, pubblicista eloquente nelle Lettres Provinciales... Pascal fu imbarazzato dalla grande abbondanza dei suoi talenti. E' stato suggerito che fu il suo modo di pensare troppo concreto ad impedirgli di scoprire il calcolo infinitesimale. In alcune lettere Provinciales le misteriose relazioni degli esseri umani con Dio sono trattate come se fossero un problema di geometria. Ma queste considerazioni sono ecclissate di gran lunga dal profitto che egli derivo' dalla molteplicita' dei suoi doni. I suoi scritti religiosi sono rigorosi a causa della sua educazione da scienziato. ...
Estremamente importante nella filosofia di Pascal risulta anche l' argomento della scommessa su Dio , riguardante la sua esistenza . Non é importante dimostrare che Dio esista , ma é fondamentale dire se valga o no la pena puntare sull' esistenza di Dio . Quando uno ha le carte in mano , non potrà mai sapere se vincerà o perderà , può solo sapere se ha un grado di probabilità di vittoria alto o basso e può sapere se vale la pena giocare con quelle carte o no . Magari in termini di probabilità non mi converrà giocare , tuttavia non é impossibile che io vinca ( anche se improbabile ) ; sono poi spinto a giocare dal fatto che il premio in palio é così grande che , se vinco , mi cambia la vita ; c' é un rapporto infinito tra quello che possiedo e quello che posso possedere vincendo : é proprio questo che mi fa venir voglia di giocare . Così vanno anche le lotterie : la possibilità é una su un milione ( o anche meno ) , le probabilità di vittoria sono bassissime , tuttavia gioco perchè c' é un rapporto infinito tra il premio in palio e quello che possiedo : la vittoria mi cambierebbe la vita ; in ogni caso vale la pena giocare . Supponiamo che la posta in gioco sia un infinito guadagno : qualsiasi fosse la posta da giocare e qualsiasi fosse la probabilità di vincere , varrebbe sempre e comunque la pena giocare . Pascal fa una scommessa del genere puntando sull' esistenza di Dio ; nella sua religione di derivazione giansenista e antigesuitica , é chiaro che scegliere Dio comporta una radicale rinuncia al mondo : ecco allora che Pascal sui piatti della bilancia mette da una parte Dio , dall' altra il mondo . A lui , come detto , non interessa dimostrare l' esistenza di Dio , che sa peraltro indimostrabile , come indimostrabile é l' inesistenza di Dio . Ciascuno di noi , a seconda che creda o no , é capace a portare argomentazioni pro o contra Dio ; ma si tratta sempre solo di argomentazioni e non di prove conclusive : il credente dirà che il mondo presenta un ordine che deriva da Dio , l' ateo dirà che se c' é il male come può esserci Dio , e così via . Pascal spiega , illustrando queste posizioni appena citate , che la fede é una scelta : ci si mette volontariamente in gioco , una scommessa dove ci si gioca tutto . Non possiamo dire se Dio esista o se non esista , come non possiamo neanche dire che sia più probabile che esista o che non esista , ma una cosa la possiamo dire con certezza : il rapporto tra le probabilità che esista e quelle che non esista sarà sempre un rapporto finito : non so ( nè posso sapere ) se sia di 5 a 50 , di 70 a 30 , di 1 a 99 , di 1 a un miliardo ; in assenza di una prova il rapporto é sempre finito . Se fosse un rapporto infinito allora sarebbe come avere la certezza che Dio esista o non esista : se dico che il rapporto tra esistenza e non esistenza é di 1 ad infinito , é come se avessi la certezza che non esiste . Nella scommessa su Dio uno può puntare su Dio ( rinunciando al mondo ) o sul mondo ( rinunciando a Dio ) . Esaminiamo entrambi i casi : punto sul mondo ; Dio non esiste e vivo come se non esistesse , dandomi interamente al mondo e alla vita terrena . Se punto su Dio , invece , se vinco , vinco una realtà infinita , una felicità infinita ( la beatitudine ) ; mettiamo il caso che Dio non esista ; io che ho puntato sulla sua esistenza ho perso , ma che cosa ? Perdo l' infinito ( Dio ) e mi rimane il finito ( il mondo ) . Pascal gioca tutto sul fatto che il rapporto di probabilità tra esistenza e inesistenza di Dio é finito , mentre infinito é il rapporto tra Dio e mondo ( ossia tra le cose puntate ) . Conviene sempre puntare su Dio perchè se non esistesse avrei comunque sempre a mia disposizione il mondo finito ; ma se esistesse oltre al mondo finito , guadagnerei anche l' infinito ( Dio ) . Chi non punta su Dio vince il mondo finito , ma se Dio esistesse , allora perderebbe l' infinito . Qualche possibilità che Dio esista ci deve essere per forza , dice Pascal , ( anche solo una ) , altrimenti chi sostiene che Dio non esista dovrebbe essere in grado di dimostrare in modo razionale che non c' é ( ma non é possibile ) . Quindi , magari le probabilità che Dio esista saranno bassissime , ma conviene puntare su di lui perchè quello che si vince , nel caso esista , ( e quello che si perde nel caso non si punti su di lui e lui esista ) é talmente grande ( infinito ) che vale la pena giocare , qualunque siano le probabilità di vincere . Ricordiamoci che questa di Pascal é solo una prova : non mi dimostra nè che Dio esista nè che non esista , mi dice solo che vale la pena credere che esista . Possiamo fare ancora una volta il confronto tra il Dio cartesiano ( quello dei filosofi e degli scienziati ) e quello pascaliano ( il Dio di Abramo , di Isacco e di Giacobbe ) : tutti e due i filosofi giocano in qualche modo sull' idea di infinitezza presente in noi enti finiti . La differenza però sta nel fatto che Cartesio dimostra l' esistenza di Dio , Pascal argomenta in favore della scelta di credere in Dio , convinto che l' esistenza di Dio non sia dimostrabile razionalmente ( Pascal ha meno fiducia nella ragione umana rispetto a Cartesio ) . Il Dio persona di Pascal ( che é poi quello cristiano ) , non va dimostrato razionalmente , ma va accettato e basta ; il Dio teistico non chiede all' uomo di capire tutto , bensì gli chiede di fare l' atto di fede e di compiere scelte : non a caso é il Dio di Abramo , colui che sacrificò , su consiglio di Dio , il proprio figlio Isacco : le vicende di Abramo non sono altro che quelle della scommessa pascaliana vissuta in termini tragici : Abramo punta tutto su Dio , perfino il proprio figlio ; scommette tutto su Dio e riesce vincitore cosicchè vince il mondo finito ( gli viene restituito il figlio ucciso ) e l' infinito ( Dio ) . Sempre a riguardo della fede in Dio , vi é un altro curioso argomento elaborato da Pascal : egli immagina che un non credente gli si rivolga confessandogli di non riuscire a credere in Dio e , per questo , di vivere male la sua vita . Essere credenti , in fondo , é più facile perchè si ha una speranza in qualcosa e chi non crede , spesso , vive male il fatto stesso di non credere. Pascal consiglia al non credente di agire in tutto e per tutto come se credesse , quasi come se , abituando il corpo alla fede , anche l' anima , un poco alla volta , si abituasse a credere . Agisci come se credessi e vedrai che la fede viene da sè : può essere così riassunta l' argomentazione pascaliana . Si deve forzare la macchina corpo ad abituarsi alle cose di Chiesa ( messe , processioni e riti vari ) finchè anche l' anima si adatterà e arriverà a credere . Dobbiamo fare la nostra scommessa puntando su Dio : se non c' é non ci perdiamo nulla , ma se c' é abbiamo solo da guadagnarci . Con l' idea dell' adeguarsi forzatamente alla fede , prima col corpo e poi con l' anima , Pascal vuole dire che la fede ce l' abbiamo tutti , basta trovarla : chi cerca la fede ( come il non credente ) in fondo già la possiede proprio perchè la sta cercando . Uno che non avesse l' idea infinita di Dio in sè non si porrebbbe il problema della ricerca della fede . E Abramo stesso , che aveva puntato tutto su Dio , non aveva forse fatto un atto di ricerca della propria fede affidandosi completamente a Dio ? La situazione tipica dell' uomo é di essere un ente finito e di avere la consapevolezza di essere un ente finito ; ma sapere di essere finiti implica che l' uomo abbia presente in sè l' idea di infinito ( Dio ) : come faccio a sapere di essere finito se non so che cosa sia l' infinito ? Già Cartesio si era servito di quest' argomentazione . Quindi la fede in ultima istanza l' abbiamo tutti , si tratta solo di cercarla , magari anche forzando . Il non credente si sente insoddisfatto proprio perchè non é ancora riuscito a trovare la sua fede . Quello che caratterizza l' uomo é di essere un ente finito e di sapere di essere un ente finito : questo permette a Pascal di elaborare la teoria della miseria del genere umano , miseria che colpisce esclusivamente il genere umano : non ne sono affetti nè Dio nè gli altri esseri del creato . Viene spontaneo controbattere che ci sono esseri assai inferiori e quindi più sventurati dell' uomo : ma essere miseri per Pascal implica non solo avere dei limiti , ma anche esserne coscienti : solo l' uomo si rende conto della sua sofferenza e dei suoi limiti . Ha dei limiti , ma ha anche una sua grandezza : l' uomo per Pascal é un mostro , un essere ibrido , incomprensibile , una realtà che non é semplice ma che é misera : é piccolo perchè é debole ed é grande perchè sa di essere debole . Non a caso Pascal diceva : Io esalto l' uomo quando lo si vuole umiliare e lo umilio quando lo si vuole esaltare ; soffre e sa di soffrire l' uomo : é allo stesso tempo l' essere più grande e più sventurato . La più famosa metafora elaborata da Pascal per delineare la condizione dell' uomo é quella del giunco pensante in balìa del vento : l' uomo é una pianta debole soggetta alle intemperie : proprio come un giunco può essere facilmente sradicato e ucciso : il vento ( e in generale l' universo che lo attacca ) é estremamente più potente di lui , ma lui ha un vantaggio : é pensante . L' universo che lo schiaccia senza neanche accorgersene é più forte fisicamente , ma proprio perchè non si accorge di cosa fa ( non ha coscienza ) é infinitamente più debole rispetto al giunco sul piano della coscienza : il giunco pensante fisicamente é debole , ma in ambito di coscienza é fortissimo perchè ha coscienza di essere schiacciato e distrutto dal vento ( l' universo ) , che manco si accorge di ciò che fa . Un secolo dopo Pascal , Kant riprenderà questa concezione ambivalente dell' uomo per elaborare la sua teoria del sublime , quel sentimento che l' uomo prova e che risulta allo stesso tempo piacevole e insopportabile : é l' uomo che si pone di fronte alla natura e se ne compiace , tuttavia sente di essere a lei inferiore e soffre : l' immagine usata da Kant sarà quella del mare in tempesta ; l' uomo che lo vede dalla riva prova un sentimento piacevole perchè in effetti é uno spettacolo meraviglioso , tuttavia soffre sentendo la propria impotenza e inferiorità rispetto alla natura , che può schiacciarlo senza neanche accorgersene . Questa é la miseria dell' uomo .
__________________________________________________________