IMMANUEL KANT

A cura di

LA DIALETTICA TRASCENDENTALE

Si é visto che le categorie devono essere impiegate soltanto in presenza di dati dell' intuizione : il loro unico uso legittimo è quello empirico. Le intuizioni della sensibilità a cui esse si applicano si riferiscono sempre a porzioni determinate di esperienza , cioè a un numero di fenomeni limitato numericamente e condizionato da precisi rapporti spazio-temporali . In fisica , ad esempio , le leggi che l' intelletto impone alla natura sono valide in quanto si riferiscono sempre ad ambiti fenomenici effettivamente esperibili dall' uomo . Nella ragione umana - osserva Kant - esiste tuttavia la naturale tendenza a fare uso trascendentale delle categorie , ossia un uso che travalica (trascende) i confini dell' esperienza . In questo caso , infatti , il soggetto , avvalendosi del fatto che le categorie sono strutture puramente formali del pensiero , di per sè prive di connessioni estrinseche con il materiale dell ' esperienza , ne fa un uso extra-empirico e quindi illegittimo . Più precisamente le categorie , anzichè essere applicate a una quantità condizionata di fenomeni effettivamente esperibili , sono utilizzate per operare sintesi puramente logiche , in modo da produrre concetti di totalità incondizionate di fenomeni che , in quanto illimitae , non possono essere date da alcuna esperienza reale . Kant ritiene anzi che nell' uomo esista una facoltà specificamente preposta a questa erronea quanto naturale tendenza : la ragione in senso stretto : I concetti di totalità assolute che la ragione produce con un uso trascendente delle categorie sono le idee trscendentali . Poichè si danno tre tipi possibili di totalità assolute , anche le idee saranno riconducibili a tre concetti fondamentali della ragione : 1) l' idea dell' anima è l' unità (o totalità) incondizionata del soggetto pensante (ovvero di tutti i fenomeni interni) ; 2) l' idea del mondo è il concetto dell' unità incondizionata di tutti i fenomeni esterni ; 3) L' idea di Dio è il concetto dell' unità incondizionata di tutti gli oggetti del pensiero in generale , ossia il fondamento ultimo di ogni realtà pensabile . Ma l' anima , il mondo e Dio sono i temi fondamentali della metafisica tradizionale : secondo la distinzione wolffiana , l' anima è l' oggetto della psicologia razionale, il mondo l' oggetto della cosmologia razionale e Dio l' oggetto della teologia razionale . La critica Kantiana all' uso trascendente delle idee coincide dunque con la critica della metafisica , la cui pretesa di conoscere l' essenza dell' anima e del mondo , nonchè gli attributi di Dio , nasce appunto dall' illusione di poter estendere l' uso delle strutture formali del pensiero umano al di là dei limiti dell' esperienza . La critica della metafisica é demandata alla Dialettica trascendentale : tuttavia Kant é ben consapevole che le argomentazioni della Dialettica non potranno mai eliminare dall' uomo la tendenza metafisica , radicata nella sua natura e inerente alla particolare costituzione delle sue facoltà conoscitive , ma dovranno limitarsi a svelare i meccanismi logici dai quali scaturisce quell' illusorio sapere . Le idee presentano infatti tre diverse e specifiche ragioni di infondatezza , anche se la causa generale del loro carattere illusorio - il mancato riferimento all' esperienza possibile - é comune a tutte . L' idea dell' anima si fonda sul paralogismo , cioè su un falso sillogismo , nel quale , giocando sull' ambivalenza semantica dei termini , si assegna un significato diverso all' espressione " soggetto " che compare come termine medio tanto nella prima quanto nella seconda premessa : in questo modo si pretende di passare dall' affermazione del carattere unitario del soggetto pensante alla definizione di quest' ultimo in termini di sostanza spirituale ( o anima ) . In altre parole , la categoria di sostanza viene qui erroneamente applicata all' Io penso , cioè a quella funzione unificante dell' intelletto che , se é sempre soggetto della sintesi categoriale , non può però mai esserne oggetto , poichè non può mai essere percepita sensibilmente e quindi conosciuta intellettualmente . Se l' idea di anima si fonda su un ragionamento scorretto , quella di mondo mette capo a una serie di antinomie , cioè a quattro coppie di affermazioni opposte , nelle quali tanto la tesi quanto l' antitesi sono logicamente inconfutabili : 1) che il mondo sia finito oppure infinito nello spazio e nel tempo ; 2) che esso consti di elementi ultimi oppure sia divisibile all' infinito ; 3) che vi sia in esso una causalità libera oppure che tutto sia determinato in base a leggi naturali ; 4) che esso dipenda da un essere necessario o che in esso tutto sia contingente . In favore di ciascuna delle due alternative contenute nelle quattro antinomie è possibile addurre argomenti logicamente cogenti , cioè privi di contraddizione interna : ma ciò dipende esclusivamente dal fatto che il concetto di mondo , cui si applicano le diverse argomentazioni e contro argomentazioni , cade al di fuori di ogni esperienza possibile : L' applicazione delle categorie a un simile concetto , che di conseguenza non è mai dato nell' intuizione , è pertanto completamente arbitraria e conduce a mere costruzioni logiche . Ciononostante Kant introduce una differenza di valore , di grande importanza per gli aspetti etici del suo pensiero , tra le prime due antinomie (matematiche) e le ultime due (dinamiche) . Nelle antinomie dinamiche , invece tesi e antitesi possono essere entrambe vere , purchè riferite a due ordini diversi di realtà : le tesi (libertà , esistenza di un essere necessario) alle cose in sé , le antitesi (necessità causale , contingenza universale) ai fenomeni . Può dirsi infatti , che al di fuori del mondo fenomenico siano possibili la libertà e una causa ultima e necessaria del tutto , escluse dalla sfera dei fenomeni : tuttavia sul piano teoretico tali affermazioni non hanno alcun valore conoscitivo , ma esprimono soltanto una possibilità che la ragione non esclude . L' idea di Dio , infine , riposa storicamente su tre tipi di prove dell' esistenza dell' essere necessario : ontologica , cosmologica , fisico-teologica . Compito della dialettica sarà quindi mostrare l' inconsistenza teoretica di queste dimostrazioni . La prova ontologica , che risale ad Anselmo d' Aosta , è del tutto a priori : nel concetto stesso di Dio come essere perfetto è inclusa l' esistenza , poichè , se ciò che è perfetto non esistesse , sarebbe privo di un attributo essenziale e , quindi , non sarebbe perfetto . Kant osserva però - in consonanza con quanto aveva già fatto nell' Unico argomento possibile per una dimostrazione dell' esistenza di Dio - che l' esistenza non entra nella determinazione del concetto , e quindi la sua assenza o presenza nulla tolgono o aggiungono alla perfezione di quest' ultimo . Sul piano logico , il concetto di cento talleri è perfetto sia che essi esistano sia che non esistano , anche se ovviamente sul piano reale sussiste una grande differenza tra le due ipotesi . La prova cosmologica invece , nella definizione datane da Kant , induce l' esistenza di Dio a posteriori , in base al fatto che , se nel mondo si danno esseri contingenti , deve esistere anche un essere necessario come loro causa . Sempre a posteriori, la prova fisico-teologica intende risalire dall' ordine e dalla finalità constatabile nel mondo a Dio come suprema causa ordinatrice . Tanto il concetto di un essere necessario quanto quello di una causa ordinatrice del mondo , tuttavia , si possono riferire a Dio solo in quanto ad essi si aggiunga a priori il concetto dell' essere perfettissimo : la prova cosmologica e la prova fisico-teologica rimandano quindi necessariamente a quella ontologica . Ma , dimostrata l' incongruenza di quest' ultima , anche le altre due prove perdono la loro cogenza . Esaurita la critica alle tre idee della ragione , Kant precisa tuttavia che ciò non comporta la completa destituzione di senso delle idee stesse . Al contrario , esse svolgono un' importante funzione nell' organizzazione della conoscenza . Il concetto della totalità incondizionata , a cui sono riconducibili tutte le idee , è infatti indispensabile per promuovere l' unità sistematica del sapere : soltanto mediante il riferimento al tutto è possibile determinare una collocazione specifica delle singole conoscenze , esattamente come soltanto avendo un' idea complessiva dell' immagine da costruire si possono collocare al giusto posto le tessere di un mosaico . Anche le idee trascendentali ricevono quindi la loro giustificazione , a condizione che di esse non si faccia un uso costitutivo , come se "costituissero" legittimamente il loro oggetto di conoscenza (così come avviene nella sintesi delle categorie) , bensì esclusivamente un uso regolativo , cioè finalizzato alla costruzione di un modello ideale che riveste un semplice valore euristico-metodologico .

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