In una lettera del 1734 Hume scrive che all'età di diciotto anni gli si era aperta una nuova scena del pensiero . Sin dal Trattato sulla natura umana il nuovo indirizzo che egli intende imprimere alla ricerca filosofica si concreta nel progetto di costruire una scienza sistematica della natura dell' uomo . Nel corso della tradizione filosofica , egli osserva nelle Ricerche , si sono imposti due generi di filosofia che per vie diverse , non hanno condotto a risultati soddisfacenti . Da un lato , un tipo di filosofia pratica "facile e ovvia" si è limitato a cercare gli argomenti retorici più persuasivi per convincere l' uomo ad essere virtuoso , senza tuttavia mostrare in che modo la virtù e gli altri valori siano fondati sulla natura umana . Dall' altro lato , un genere di filosofia "rigorosa e profonda" ha avuto il merito di indagare teoreticamente la natura dell' uomo , sia nei suoi aspetti conoscitivi sia in quelli pratici . Ma purtroppo questo secondo tipo di pensiero ha spesso identificato la natura umana con una ragione intesa in maniera astratta e intellettualistica : di qui lo scaturire di quelle complicazioni , di quegli errori grossolani , di quei falsi problemi e quelle false soluzioni che costituiscono il tessuto della metafisica . Il modo di filosofare "rigoroso e profondo" deve quindi essere corretto con un' analisi empirica che anzichè costruire razionalmente un' immagine astratta della natura umana , studi sperimentalmente i fenomeni in cui essa si manifesta , in analogia con le procedure delle scienze fisiche . Questa scienza della natura umana deve avere carattere sistematico . Infatti , essa investe sia l' ambito gnoseologico , attraverso l' analisi dei poteri e dei limiti dell' intelletto ; sia quello etico , politico e religioso , esaminando gli istinti e le passioni che effettivamente muovono l' azione dell' uomo , lo spingono alla convivenza sociale e determinano la sua credenza nel divino . Questo nuovo modo di fare filosofia si appella al metodo illustrato da Newton nella seconda metà del Seicento : risolvere i fenomeni in princìpi comuni e ricondurre questi ultimi a pochi princìpi semplici dai quali derivare tutto il resto . Nella sua indagine filosofica anche Hume tenta di ritrovare empiricamente o , come egli dice con chiaro riferimento a Newton , "sperimentalmente" , alcuni princìpi fondamentali , cioè alcuni caratteri essenziali della natura umana , in base ai quali spiegare i meccanismi della conoscenza e dell' agire dell' uomo . Ma dalla lezione newtoniana , congiunta a quella dei grandi empiristi inglesi , Hume apprende soprattutto che la condizione essenziale di ogni corretta indagine sperimentale è quella di non trascendere i limiti dell' esperienza e di non accettare mai ipotesi non confermate empiricamente . Se ciò non aveva impedito a Newton di condividere una concezione metafisica della realtà ( basti pensare alla nozione del tempo e dello spazio come sensori di Dio ) , in Hume l' empirismo sperimentalistico conduce a una rigorosa critica della metafisica che completa e radicalizza l' opera iniziata da Locke . Nella conclusione , divenuta famosa , delle ricerche sull' intelletto umano , Hume , certo in modo volutamente ( ed esageratamente ) provocatorio afferma : Se ci capita per le mani qualche volume , per esempio , di teologia o metafisica scolastica , domandiamoci : Contiene qualche ragionamento sperimentale su questioni di fatto e di esperienza ? No . E allora gettiamolo nel fuoco , perchè non contiene che sofisticherie e inganni.
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