CARTESIO

A cura di

LE CRITICHE

Come detto , Cartesio arriva ad una certezza davvero inconfutabile : se dubito vuol dire che penso e se penso vuol dire che esisto : cogito , ergo sum . Tuttavia non mancarono le critiche mosse a questa verità apparentemente inconfutabile e sono assai importanti perchè testimoniano come Cartesio amasse il dibattito e come le sue idee dessero adito a numerosi interventi ; é bene ricordarne soprattutto 3 : la prima critica mossa a Cartesio é di plagio . Lo si accusava in sostanza di non aver scoperto nulla di nuovo con il cogito ergo sum , bensì di aver solamente ripetuto ciò che già aveva detto parecchi anni prima Agostino . Cartesio non tardò a rispondere a questa critica dicendo che era vero che in fin dei conti diceva lo stesso di Agostino , ma che lui c' era arrivato per conto suo , senza neppure leggere Agostino ! Anzi , gli faceva piacere che qualcun' altro fosse arrivato alle sue stesse conclusioni perchè ciò significava che il suo era un ragionamento lineare cui tutti gli uomini potevano pervenire . Resta però da chiarire se Cartesio fosse sincero quando diceva di non aver plagiato Agostino , anzi , di non averlo neppure mai letto . Gli studiosi di oggi sono propensi essenzialmente per una via di mezzo : Cartesio era solito frequentare ambienti di frati agostiniani e quindi quelle teorie dovevano ronzargli nelle orecchie , doveva già averle sentite dire da qualcuno ed ecco che finì per assorbirle e farle sue inconsciamente , pur senza aver mai letto Agostino . D' altronde il punto d' arrivo di Cartesio e di Agostino é simile , come simile é il metodo , ma diverso é l' obiettivo : Agostino intende fondare una teologia salda , Cartesio vuole fondare una metafisica meccanicistica . La seconda critica mossa a Cartesio era di aver derivato il cogito ergo sum da un sillogismo , ma di averlo espresso , paradossalmente , in forma non sillogistica . Ecco che , gli si faceva notare , se il sillogismo é espresso per intero regge , ma se vengono occultati dei passaggi ( come si accusava Cartesio di aver fatto ) non regge più ! In realtà il sillogismo completo doveva essere : tutto ciò che pensa esiste ; io penso ; dunque esisto . In altre parole , Cartesio prende per certo senza dimostrare che il fatto di pensare implichi una esistenza ; Cartesio ha tolto dal cogito ergo sum la premessa maggiore ( tutto ciò che pensa esiste ) e così il cogito ergo sum , la prima pietra dell' evidenza per costruire il nuovo edificio del sapere , si rivelerebbe instabile . Ma Cartesio fa notare che il rapporto tra pensare ed esistere é immediatamente intuibile , non deve essere mediato da ragionamenti ( sillogismi ) ; é immediato e subitamente coglibile al pari della verità che 2 + 2 = 4 . Nessuno oserebbe pensare che 2 + 2 non é uguale a 4 così come nessuno oserebbe pensare che ciò che pensa non esiste . La terza critica mossa a Cartesio é che in realtà lui presenta il cogito ergo sum come punto di partenza per la conoscenza certa , ma in realtà a fondamento della conoscenza vanno posti i principi logici ( identità : A = A ; contraddizione A non é = non A ; del terzo escluso A o é A o non é A ) . Cartesio risponde che tutto dipende dai punti di vista ; i principi logici su cui dovrebbe fondarsi la conoscenza stando agli avversari di Cartesio in un certo senso fondano la conoscenza perchè mi dicono che cosa una cosa é e che cosa non é , ma non mi garantiscono l' esistenza della cosa ! In altre parole , i principi della logica vanno benissimo per ragionare e indagare , ma per essere certo degli oggetti su cui indagare occorre il cogito ergo sum . Sarebbe infatti assurdo indagare con i principi logici qualcosa di cui non si é nemmeno certi se esista o meno ! Prima bisogna appurarsi se esista ( con il cogito ergo sum ) e poi bisogna indagare ( con la logica ) . Ci fu poi chi fece notare che l' argomentazione usata da Cartesio per dimostrare l' esistenza di Dio ( se dubito non sono perfetto perchè ciò che é perfetto non può dubitare ; ma non posso concepire il concetto di imperfezione se non in base a quello di perfezione ; se sono imperfetto e posseggo l' idea della perfezione , essa deve derivare da qualcosa che sta al di fuori di me che sono imperfetto : Dio ) non funzionava : noi finiti abbiamo l' idea di infinito quindi l' infinito ( Dio ) deve averci dato quest' idea . Ma tra infinito e idea di infinito c' é una bella differenza , così come c' é una bella differenza tra qualsiasi cosa e l' idea stessa di quella cosa : un libro ha un tasso di essere ben superiore rispetto all' idea di libro . Si obiettò a Cartesio che in realtà lui confondeva l' idea di infinito con un' idea infinita : l' infinito per definizione é infinito , ma l' idea di infinito no , proprio perchè é un' idea , un segno finito . E' un grave errore parlare dell' idea di infinito come dell' infinito stesso . Cartesio fece notare che effettivamente tra idee e cose c' é una bella differenza ontologica : le idee hanno una x in meno di essere rispetto alle cose di cui sono idee proprio perchè le cose hanno essenza ed esistenza reale , le idee hanno essenza ma non esistenza reale . Ma nel caso dell' infinito tutto cambia proprio perchè siamo nell' infinito : Cartesio intendeva dire che é vero che il cavallo ontologicamente pesa di più dell' idea di cavallo , ma é altrettanto vero che l' idea di infinito ( pur essendo un' idea ) ontologicamente pesa di più del cavallo ( e di qualsiasi altra cosa finita ) . Ma in realtà bisogna ammettere che Cartesio non aveva ragione perchè una cosa é l' infinito , un' altra l' idea di infinito : l' infinito é effettivamente infinito , l' idea di infinito é finita proprio perchè é un segno , un' idea .

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