PIERRE BAYLE

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Il passaggio dal razionalismo seicentesco a quello illuministico trova espressione in Francia nel pensiero di Pierre Bayle (1647-1706). In lui convergono infatti le due più importanti istanze del razionalismo francese del Seicento , l' ideale cartesiano di un sapere fondato sull' evidenza e le tendenze scettiche del pensiero libertino . Da questa convergenza scaturisce la fondazione di quella critica della tradizione che in Cartesio era limitata al problema dei fondamenti del sapere e , nel libertinismo , seppure estesa all' ambito etico e religioso , mancava ancora di una rigorosa giustificazione metodologica . In questo modo Bayle introduce nel pensiero francese un atteggiamento filosofico che , preso a modello almeno fino alla metà del secolo , influenzerà l'intera età dei Lumi . Il principio della critica alla tradizione è chiaramente formulato nei Pensieri diversi sulla cometa (1682) . Bayle polemizza qui contro la superstizione che considerava le comete come un presagio di disgrazie , opponendo ad essa la spiegazione del fenomeno su basi rigorosamente scientifiche . preso l' avvio dal caso particolare delle comete , Bayle estende tuttavia alla conoscenza in generale l' esigenza di non prestare fede alle opinioni consolidate soltanto dall' autorità della tradizione e di sottoporre tutto a una rigorosa analisi razionale . Consapevole degli esiti irreligiosi che tale metodo poteva avere , nella stessa opera Bayle - memorie in questo dell' insegnamento libertino - difende la critica dell' ortodossia e lo stesso ateismo dall' accusa di immoralità . Nulla impedisce l' esistenza di una società di atei o di eretici caratterizzata dall' onestà dei costumi e dalla garanzia dell' ordine pubblico . Quest' ultimo è piuttosto messo in pericolo dal fanatismo dei credenti che , nella esasperata ed esclusiva difesa della loro fede , rendono impossibile la convivenza pacifica con coloro che la pensano diversamente . La critica alla tradizione ha quindi come esito immediato la difesa del principio della Tolleranza . Analoghi temi si ritrovano nell' opera maggiore di Bayle , il dizionario storico e critico , al quale lavorò dal 1693 sino al momento della morte (1706) . L' opera vuol essere un grande "dizionario degli errori" cioè un repertorio delle distorsioni della verità che la tradizione ha accumulato nel corso dei secoli . Al di la delle singole correzioni effettuate da Bayle , il valore del dizionario consiste soprattutto nell' essere un modello di storiografia critica e razionalista . In questo modo veniva restituita dignità scientifica alla Conoscenza storica , che il razionalismo cartesiano aveva appena svalutato , opponendola alla scienza della natura , come disciplina in cui non si può conseguire l' evidenza . Per Bayle , viceversa , anche la storia può costituire un sapere certo, se lo stoico , liberandosi da pregiudizi tradizionali e opinioni personali , attingere la realtà dei fatti sulla base di documenti di cui si sia verificata criticamente l' attendibilità . Se da un lato Bayle estende l' applicazione dell' indagine razionale ad ambiti che le erano preclusi nella tradizione cartesiana - come quello della storia - d' altro lato egli indica campi nei quali la ragione non è di alcun aiuto . Infatti la sfera della fede e della religione , facendo riferimento alla rivelazione e all' autorita scritturale , si sottrae completamente ai procedimenti e alle analisi razionali . Ciò si traduce per Bayle in un giudizio sostanzialmente negativo nei confronti della religione : la radicale eterogeneità tra fede e ragione non significa per lui che la prima abbia una sua autonomia rispetto alla seconda , bensì - posta l' identificazione di ogni forma di sapere con la conoscenza razionale - che la fede cade completamente nell' ambito dell' irrazionale e dell' inconoscibile . Al razionalismo storiografico di Bayle fa riscontro , soprattutto nell' ultimo periodo della sua vita , un radicale scetticismo religioso . Un analogo atteggiamento di fronte alla religione si ritrova in una serie di opere di autori spesso anonimi , note come manoscritti clandestini , che hanno un' ampia circolazione in Francia nella prima metà del secolo . Tra l'opera di Bayle (morto , come si è detto , nel 1706) e i grandi capolavori dell' illuminismo , che datano a partire dalla fine degli anni Quaranta , sono poche le opere di rilievo che esprimono il nuovo modo di filosofare . La severità di un' attenta censura impediva infatti la pubblicazione di lavori che avessero un carattere di aperta critica nei confronti della religione e dei valori tradizionali . Ciò non impedì che molte opere di critica religiosa circolassero informa manoscritta - se ne contano più di un centinaio -in attesai una tardiva pubblicazione (avvenuta spesso nel decennio tra il 1760 e il 1770, ad opera di Voltaire e di altri illuministi) . La radice concettuale di questa produzione filosofica è lo scetticismo libertino del Seicento , ora contenuto nei limiti di un moderato deismo , nel quale il rifiuto di ogni forma di rivelazione si accompagna alla tenace difesa di una religione naturale fondata sulla ragione , ora spinto fino alle più audaci tesi dell' ateismo , dove la condanna della religione come impostura si associa spesso alla critica del potere politico , responsabile dell' inganno religioso perpetrato nei confronti del popolo per meglio dominarlo.

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