GLI AMANTI

plato

Il dialogo si svolge ad Atene , nella scuola del grammatico Dionisio , presentato da Diogene Laerzio come primo maestro di Platone . Socrate narra la discussione da lui iniziata con gli amanti di due giovinetti , che al suo arrivo stavano parlando di geometria . Uno dei due amanti disprezza la filosofia , l'altro , pur amandola , la identifica con l'erudizione : Socrate definisce la filosofia come la conoscenza di se stessi e cura dell'anima . Per quanto riguarda il titolo del dialogo , Gli amanti , occorre ricordare che in alcuni manoscritti compare anche con il titolo de " I rivali " . Socrate si imbatte in questi giovani che si occupano di geometria e si rivolge ad uno dicendogli che dev'essere senz'altro bello ciò di cui si occupano con così tanto impegno . Questi gli risponde in tono sprezzante che non é affatto bello , nè la geometria , nè tantomeno la filosofia . Socrate gli chiede allora perchè disprezzi la filosofia ed ecco che interviene un altro ragazzo , più aperto e diligente , che invita Socrate a non sforzarsi di porre simili domande ad un ragazzo che ha passato tutta la vita dedicandosi alla ginnastica e allo sforzo fisico . Lui invece ha ricevuto un'educazione basata sulla musica . Socrate allora si rivolge a lui chiedendogli se il filosofare sia bello oppure no . La risposta del giovane é questa ( volta anche a dar contro all'altro ragazzo che disprezzava la filosofia ) : " se dovessi pensare che il filosofare sia una cosa spregevole non mi considererei neanche un uomo " . Ma che cosa é dunque la filosofia ? Il ragazzo dice che la filosofia non é nient'altro che ciò che ha detto il legislatore Solone : " invecchio , ma continuo ad imparare " . Chi vuole filosofare , dice il ragazzo , deve sempre imparare qualcosa . Socrate gli domanda se pensa che la filosofia oltre ad essere bella sia anche buona . Egli annuisce . Socrate gli chiede se crede che anche negli esercizi fisici la passione per la ginnastica consista nell'esercitarsi molto . Lui dice di sì . La filosofia viene da lui vista come erudizione . Socrate gli chiede se sono i molti esercizi a produrre il benessere fisico . Si arriva a dire che il benessere non é dato nè dai troppi nè dai troppi pochi esercizi fisici . Le cose utili sono quelle secondo misura . Come negli esercizi fisici , anche l'anima va rifornita di " alimenti " misurati . Socrate chiede a chi ci si debba rivolgere per sapere la giusta misura di esercizi per il corpo . Il ragazzo risponde senza esitazioni " al maestro di ginnastica ! " . E a chi per dare al corpo cibi in giusta misura ? " al medico " affermò lui . Socrate chiede ora a chi ci si deve rivolgere per sapere la giusta misura di scienze da piantare nell'anima . Non arriva risposta . Oltre alla misura con cui si deve alimentare l'anima conta anche la qualità . Socrate chiede allora quali siano le scienze che il filosofo deve imparare . Il ragazzo più sapiente risponde dicendo " quelle più belle e convenienti sono quelle da cui si può ottenere la massima reputazione in filosofia " . Il ragazzo dice poi che il filosofo deve essere in grado di seguire ciò che vien detto da colui che esercita una data arte meglio di tutti i presenti , e di esprimere il proprio parere in modo da apparire il più capace e sapiente tra coloro che assistono a quello che si dice o si fa a riguardo di tali arti . Socrate allora dice che per il ragazzo il filosofo é una sorta di atleta del pentatlon ( gara delle 5 discipline ) in gara con corridori o lottatori . Rispetto a questi utimi l'atleta del pentatlon é inferiore , ma é però superiore a tutti gli altri . Gli spetta insomma il secondo posto . Così il filosofo sarebbe inferiore a chi ha competenza nella sua arte , ma superiore agli altri : sarebbe quindi un uomo in tutto e per tutto di second'ordine . In effetti , dice Socrate , non é una definizione così sbagliata : il filosofo é un uomo che non si lascia asservire da nulla e che non si affatica troppo per la perfezione : si occupa di tutto secondo misura . Socrate vuole far ragionare ancora più a fondo i suoi due interlocutori : essi dicono che il filosofo é buono ed arrivano a dire che gli uomini buoni sono utili, e che quelli cattivi sono inutili . Se uno sta male , non chiama il filosofo , ma il medico perchè ha conoscenze maggiori , se uno si trova su una nave in tempesta preferisce il nocchiero al filosofo e così via . Il filosofo é quindi inutile , quindi cattivo . I ragazzi non possono negarlo . Se la mettiamo sul piano delle arti il filosofo é sempre in secondo piano , di second'ordine ( nell'arte medica gli é superiore il medico , nell'arte agricola gli é superiore il contadino ...) , ma ammettiamo che non fosse così , non consideriamo dal punto di vista delle arti . Chi sono quelli che sanno castigare i cavalli ? Sono forse quelli che li rendono migliori ? I ragazi dicono di sì . E' quindi la stessa cosa che castiga e rende migliori . L'arte che rende migliori e castiga correttamente coincide con quella che distingue buoni da cattivi . L'arte che rende gli uomini migliori coincide anch'essa con quella che li castiga e che distingue buoni da cattivi . Ma l'arte che vale per uno varrà anche per molti , e quella che vale per molti varrà anche per uno . Se é per i cavalli , é anche per tutti gli esseri . Chi conosce un buono o un cattivo ne conosce anche molti ; chi non ne conosce neanche uno , non ne conoscerà neanche molti . Se un cavallo non sapesse distinguere i buoni dai cattivi non potrebbe nemmeno conoscere se stesso . Ciò grazie a cui si é in grado di castigare é la giustizia , che ci fa capire quando una cosa é giusta o sbagliata . Il conoscere se stessi é essere temperanti , quindi giustizia e temperanza sono lo stesso .

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